Pro Loco Acireale, sui bus panoramici ad Acireale
Attraverso un comunicato stampa, la Pro Loco Acireale plaude alla nuova iniziativa dei bus panoramici, ma avverte dai pericoli derivati da questa offerta turistica mordi e fuggi in una Acireale dove i servizi per i turisti sono carenti o insufficienti. Per rilanciare il turismo nel post pandemia e sperare di essere competitivi, occorreranno ottimizzazione dei servizi basilari, coordinazione tra gli enti preposti, analisi, strategia, azioni concrete e nuove idee.
La Pro Loco Acireale apprende con soddisfazione della presenza di un nuovo servizio in Città quello dei bus panoramici della ditta catanese Tourist service che faranno tappa in Piazza Duomo; i visitatori provenienti da Catania potranno godere di un tour panoramico con audioguida di Acireale, da gustare comodamente seduti sui classici mezzi Hop on/Hop off, cioè quei bus turistici a due piani, di solito aperti sopra.
Ben vengano queste iniziative in una Città che offre poco al visitatore in termini di servizi e animazione territoriale, dove i tour cittadini, invece di rappresentare la quotidianità ed essere un servizio permanente, sono pensati quali eventi straordinari e saltuari, curate da associazioni o frutto di partnership con organizzazioni di festival non autoctoni e svolti una tantum.
Lodiamo quindi l’iniziativa dell’assessore al turismo di Acireale, dott. Fabio Manciagli, che incrementa così un servizio al turista, ma crediamo che l’impegno di “portare i bus turistici ad Acireale” non voglia dire estendere l’offerta a una ditta catanese che promuove un turismo mordi e fuggi, cosa che – oltretutto – non porta alcun vantaggio economico ai nostri esercenti.
La città si dota di un servizio in più, e questo è lodevole, ma il costo è quello di offrire una visita turistica limitata e superficiale che dissuade dal vivere una vera esperienza alla scoperta del patrimonio materiale e immateriale acese, ricco di storia, tradizioni, tesori artistici e monumentali, eccellenze enogastronomiche; una conoscenza mordi e fuggi di Acireale che, oltretutto, non permette al visitatore di entrare in contatto con la nostra straordinaria comunità.
Portare i bus turistici ad Acireale, per noi delle Pro Loco, significa invece intercettare e stringere accordi con gli stakeholder: tour operator, destination manager, accompagnatori turistici, organizzatori di gite, gestori di strutture alberghiere ed extralberghiere, enti del terzo settore, affinché convoglino in Città i bus carichi di gitanti, che costituiscono il grosso flusso del turismo di prossimità.
La Pro Loco Acireale, fino al lockdown, è stata impegnata costantemente in questa mission, facilitata dalla presenza capillare delle Pro Loco in tutta Italia, le quali sono in stretta collaborazione attraverso l’UNPLI; d’altronde, le pro loco detengono un ruolo riconosciuto persino dall’Unesco, quale soggetto fondamentale per la tutela, la valorizzazione, l’animazione del territorio, la cultura dell’accoglienza e dell’informazione turistica.
Ma non basta solo intercettare questi flussi turistici di prossimità se poi Acireale offre loro servizi di accoglienza carenti e nessun evento progettato in chiave slow ed esperenziale.
Ad oggi, a parte i luoghi gestiti dalla Diocesi, alcune attrazioni museali e luoghi d’interesse storico restano chiusi; i musei e gli uffici di informazione turistica – il cui servizio si è finora potuto garantire anche per merito dei volontari Unpli – non garantiscono l’apertura le domeniche e i festivi; la cartellonistica verticale che indica i luoghi d’interesse storico-monumentale è carente o fuorviante, comunque totalmente da ripensare; i virtual tour dell’Acireale Living Lab (www.acirealelivinglab.it) sono usufruibili unicamente in italiano; le vie principali, come l’ingresso al salotto buono della Città e cioè Via Vittorio Emanuele II, versano nell’incuria e hanno goduto di flebili attenzioni solo in seguito alle rimostranze del comitato cittadino d’interesse; non dimentichiamo, inoltre, che – salvo le iniziative lodevoli ad opera delle parrocchie, guidate da coraggiosi sacerdoti, e delle associazioni – non vi è alcuna strategia volta a valorizzare le nostre frazioni.
Nonostante queste considerazioni su servizi carenti e disservizi, si torna oggi a parlare di ZTL e di decoro urbano; ben venga, la ZTL se si è certi di non trasformare il centro storico in un deserto di basalto; in un centro storico deserto, anche l’altra buona notizia data dall’amministrazione Alì e riguardante i nuovi arredi che lo andranno ad abbellire in nome del decoro urbano – nuove panchine, rastrelliere per bici – renderebbero la desolazione solo ancora più evidente.
Mai, poi, fu più abusata ad Acireale una definizione quanto “decoro urbano”, sempre invocato ma mai osservato visto che manca un chiaro regolamento che lo disciplini severamente e, certamente, in questi anni, non sono mancate le brutture che mal si accordano al contesto architettonico, storico e naturalistico che le ospita, con buona pace della Soprintendenza.
Prima di ripensare e rilanciare la nostra offerta turistica occorre dotarsi perlomeno dei servizi basilari dell’accoglienza, potenziare l’informazione turistica, permettere di usufruire, tutti i giorni della settimana e per ampie fasce di orario, di tutte le attrattive storico monumentali: questa è perlomeno la base per continuare a esistere quale meta turistica.
Invece, per essere competitivi e differenziarci da altri luoghi, in questa fase post emergenziale, occorre ben altra portata e forza: saranno necessarie una visione e una strategia a lungo termine, nate da un dialogo costante con tutti gli attori del settore, frutto di un’analisi accurata che si traduca in linee guida e best practice comuni.
Non basta, infatti, cambiare il nome a ogni edificio pubblico per intitolarlo ad “Aci e Galatea”, come se ad Acireale mancassero nomi illustri a cui dedicarli, per attrarre i diversi cluster turistici.
Occorre insomma coordinarsi tra enti preposti al turismo e non agire per consorterie, mettersi in ascolto e analizzare le proposte, i disagi, persino le lamentele provenienti da tutto il comparto, e trasformare quelle proposte in azione; se non capiamo che l’ascolto e il coinvolgimento degli stakeholder, il dialogo tra enti, l’ottimizzazione dei servizi, la strategia nella progettazione, la promozione innovativa delle iniziative sono fondamentali, e mettiamo in campo solo azioni di certo lodevoli per intenti, buone per regalare qualche selfie ai passanti, ma isolate e inconsistenti, non riusciremo a proporre un’offerta differenziante e di valore ai potenziali turisti.
In questo periodo di pandemia, si è ripetuto spesso che “niente sarà più come prima” e, allo stato delle cose, è un bene che la promozione turistica cessi di essere così come è stata pensata finora. Occorre adesso capire come tradurre in azioni concrete e strategicamente ideate quello che sarà da venire, per far ripartire il comparto turistico.