Tragedia di Casteldaccia, presa di posizione dell’on. Marco Forzese (Noi Moderati)
“I tragici fatti accaduti a Casteldaccia ci lasciano ancora una volta attoniti e increduli – ha osservato l’on. Marco Forzese, coordinatore provinciale a Catania e membro del consiglio nazionale di “Noi Moderati” – visto ormai il continuo e inaccettabile verificarsi di tali avvenimenti sui luoghi di lavoro. Il nostro cordoglio, a nome della comunità di “Noi Moderati”, va alle famiglie dei deceduti che vivono momenti difficili, ma in generale il pensiero è per tutti i lavoratori che ogni giorno rischiano la vita sui luoghi di lavoro nell’esercizio del loro dovere. Come istituzioni è, però, arrivato il momento di dire basta alle passerelle e ai proclami e di affrontare la realtà delle cose attuando politiche concrete che riguardano la sicurezza sul lavoro. Solo qualche giorno fa le iniziative per celebrare il primo maggio e, poi, la beffa di questa immane tragedia che ci sbatte in faccia la realtà delle cose. Basta proclami, ora è il momento dei fatti: è inaccettabile che le leggi in materia nel nostro Paese esistono ma non vengono applicate o, ancora peggio, raggirate da un sistema di subappalti che, poi, non viene monitorato per mancanza di risorse e di controlli efficaci. I numeri parlano chiaro: quasi 200 vittime da inizio anno e le denunce Inail in forte aumento rispetto al passato, uno schiaffo alla nostra Costituzione e all’operato delle istituzioni. A Palermo, dai dati accertati, sono solo 4 gli ispettori e in Sicilia ne operano circa 70, mentre ne servirebbero 300. Il presidente della Regione, qualche giorno fa, aveva promesso – ha aggiunto l’on. Forzese – che si sarebbe proceduto in maniera veloce con l’accordo attraverso l’ispettorato del lavoro per inviare professionisti in Sicilia, ma ancora nulla si è verificato. È giunto, ripeto, il momento dei fatti e, riprendendo l’appello del presidente della Repubblica di qualche giorno fa, è necessario riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte, per evitare di dover ancora una volta piangere altre insopportabili vittime sul lavoro”.