Omicidio Cantarero e violenza ad una 20enne. La senatrice Tiziana Drago prende posizione: “Riusciamo ad andare oltre le belle manifestazioni”?
“Due notizie di cronaca, che oggi ci lasciano ancora una volta sgomenti. Una vita spezzata, quella di Giovanna Cantarero, 27 anni, madre di una bimba di 4, uccisa a brucia pelo con un colpo di pistola al volto, ieri sera a Misterbianco, e quella di una ventenne di Gravina di Catania, vittima di un brutale stupro di gruppo, entrambi in provincia di Catania”. Lo dichiara la senatrice Tiziana Drago, FdI, apprese le notizie dai quotidiani.
“Sul primo episodio indagano ancora i carabinieri, a caccia dell’assassino ancora ignoto; sul secondo, i militari hanno arrestato ieri quattro ragazzi, al culmine di un’indagine avviata due anni fa, uno dei quali il fidanzato, che stando alle indagini, avrebbe organizzato la spedizione punitiva ai danni della ragazza, rea di essersi ribellata alla doppia vita sentimentale di lui. Punita per essersi ribellata al tradimento. Trascinata in un garage, stuprata a turno da lui e da tre complici giovanissimi, uno addirittura minorenne, filmata mentre subiva le violenze dal branco, e minacciata di diffondere il video se non si fosse piegata al volere dell’aguzzino: tacere e sopportare”.
“La denuncia della ragazza è l’unica notizia buona in un racconto dell’orrore – aggiunge la parlamentare catanese – Due anni di indagini che hanno portato ieri all’arresto e ci auguriamo, al giusto processo e alla condanna definitiva. Un plauso alle forze dell’ordine”.
“Resta da capire quale male oscuro affligga la nostra fragile società, che vede sempre più donne vittime, indifese, di azioni estreme e crudeli. Vittime dell’odio – prosegue – Un quadro agghiacciante che rende sempre più improrogabile un’azione condivisa, congiunta, capace di andare aldilà delle barricate ideologiche o peggio, partitiche, che incidano non soltanto sull’aspetto normativo, ma su una efficace prevenzione, di una rete sociale che sappia muoversi nella stessa direzione con l’unico obbiettivo: impedire una mattanza senza fine, e senza un perché”.
“Riusciamo ad andare oltre le belle manifestazioni? – si chiede – Un interrogativo che vuole essere una chiara provocazione. Quanto tempo dovremmo ancora leggere di ragazze che la sera non sono libere di salire su un treno, perché rischiano di essere stuprate; di donne che non sono al sicuro né nel nucleo familiare malato né nei luoghi di lavoro. Questoscollamento in atto nella nostra società del “maschile” e del “femminile” sta ingenerando odio, intolleranza e cecità”.