Nicola Fiasconaro ospite a Catania dell’Accademia italiana della cucina: “Il successo del panettone madonita nel mondo? Non rinunciare mai alla qualità!” Impeccabile presentazione dell’accademico Rosario Cunsolo
Un dolce venerdì. Così può definirsi la serata del 6 dicembre scorso per la delegazione di Catania dell’Accademia italiana della cucina. La sala “Apollo” dell’albergo “Nettuno” di Catania era gremita di soci ed ospiti per la tavola rotonda “I dolci siciliani tra tradizione ed innovazione” con ospite d’onore il noto pasticcere, maestro Nicola Fiasconaro (cavaliere del lavoro dal 2020). Tra le autorità accademiche erano presenti Ugo Serra, segretario del consiglio di presidenza dell’Accademia italiana della cucina; Vittorio Sartorio, coordinatore regionale Sicilia Orientale; Marina Taglialavore, delegata Enna, Gualtiero Cataldo, delegato Gela.
Dopo il benvenuto ai numerosi partecipanti, il delegato di Catania, Gianclaudio Tribulato, ha introdotto l’accademica Maria Carmela Vagliasindi che, durante la sua colta ed esaustiva relazione, ha fatto un excursus storico della cultura dolciaria in Sicilia. “Una storia che è cominciata 4.000 anni fa e che continua a stupire chiunque degusti un dolce tipico siciliano: dal cannolo alla cassata, dal torrone al gelato”.
Secondo il calendario “dolciario”, Vagliasindi ha elencato la tipologia varia e variegata della tradizione siciliana partendo dal periodo carnevalesco, passando dalla festa di San Giuseppe, a Pasqua, alla ricorrenza dei morti, sino a Natale. Sempre con il solito e imperituro leit motif: in Sicilia non esiste un evento, un avvenimento, una festa senza il dolce!
Successivamente, a presentare il cavaliere Nicola Fiasconaro, accompagnato dal figlio Mario, è stato l’accademico Rosario Cunsolo. Questi ha parlato della storia della Famiglia Fiasconaro: dal padre Mario ai figli Martino, Fausto e Nicola che, partendo dalla piazza Margherita di Castelbuono, hanno lanciato nel mondo la bellezza e l’artigianalità della Sicilia.
“I Fiasconaro – ha detto Cunsolo- rappresentano un esempio della forza della coesione: tutti uniti, adesso anche con la seconda generazione, hanno realizzato un dolce tipico del nord, come lo è il panettone, e lo hanno fatto assurgere a icona mondiale. La produzione dei Fiasconaro si è infatti imposta in Italia e
all’estero, raggiungendo oltre 70 Paesi”.
A che cosa si deve il merito e quale è la ricetta di tanto successo? A questi interrogativi, posti dal delegato Tribulato, ha risposto Nicola Fiasconaro. “Se mi chiedete a cosa si deve l’affermazione del panettone madonita nel mondo, io rispondo subito così: non rinunciare mai alla qualità! Ma poi oltre alla qualità
servono la perseveranza, un po’ di fortuna e soprattutto tanto coraggio”.
Nel suo intervento Fiasconaro ha citato l’esempio che ha lanciato il loro panettone nello spazio cosmico allorché infatti nel 2008 la NASA prescelse un dolce prodotto sulle Madonie: quello dei Fiasconaro appunto.
Poi il grande connubio dei brand, cioè con Dolce e Gabbana, e allora il successo si è mantenuto e anzi è cresciuto. La conquista di una così elevata posizione nel mondo della pasticceria ha come valore aggiunto o, se si vuole, come “ingrediente” principale quello della famiglia. Mario, primogenito di Nicola Fiasconaro, ha parlato della sua continua “gavetta”: da piccolo veniva avviato alla preparazione delle granite e delle brioche col tuppo; oggi è preposto alla direzione della produzione. L’incontro
non poteva che suggellarsi con un momento di “premiazione alla qualità” e la consegna di una targa in argento, finemente scelta dall’accademico Enzo Avolio, con il logo dell’Accademia e la dedica: “Al Maestro Nicola Fiasconaro, ambasciatore delle prelibatezze nel mondo”.
La serata ha avuto il suo epilogo con una raffinata cena e gli scambi di auguri al Nettuno con una “dolce” nota finale: l’immancabile panettone Fiasconaro.