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Lirica, il maestro Alberto Veronesi lancia “Save Opera” ed è subito un moltiplicarsi di consensi per l’iniziativa del celebre direttore d’orchestra

Dopo l’episodio della contestazione bendata della regia sessantottina di Bohème, Alberto Veronesi lancia la costituzione di Save Opera, Associazione europea. “Ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà e condivisione per la contestazione di Bohème. È stata una scelta difficile, non in linea con il mio stile professionale, ma non potevo sopportare più gli arbitri della regia. Oggi si pone un problema nel mondo della lirica, dopo i tempi in cui regie schierate politicamente a sinistra, magari anche provocatorie, potevano essere utili per far accettare autori che erano stati strumentalizzati dai regimi nazifascisti, la gente comincia ad essere stanca, anzi diciamo chiaramente che non ne può più, dei cliché sempre uguali della trasposizione storica dissacrante delle trame operistiche”. Continua Veronesi: “Nasce quindi “Save Opera” una associazione che ha l’obbiettivo di tutelare l’opera dalle follie degli organizzatori della lirica, organizzatori che spesso si trovano a proprio agio in un sistema drogato in cui vanno avanti e vengono premiati artisti al di là di strette valutazioni artistiche e professionali e di rispetto degli autori”.

“Questo sistema – insiste Veronesi – basato sulla lirica intesa come provocazione distruttiva assume che si possa fare rinnovamento dell’arte semplicemente stuprando le opere del passato, facendo i baffi alla Gioconda, risparmiando ai direttori artistici il difficile ma necessario compito di commissione di opere nuove, di nuovi compositori e nuovi librettisti”. Quali sono i mezzi per combattere questa deriva”?
“In Teatro si può ancora fischiare, si possono mettere bende sugli occhi, si possono scrivere lettere di protesta ai teatri e ai politici, lettere ai giornali, finanche commentare sui social, tutto ciò che è utile per manifestare il dissenso va fatto, e la nostra Associazione aiuterà tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l’opera”.

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