Bando del Gal “Terre di Aci” per filiere produttive agroalimentari tipiche
Prosegue da parte del GAL “Terre di Aci” l’istruzione del bando sulle filiere produttive agroalimentari tipiche in favore dei Comuni delle Aci, volto a favorire la creazione di reti di imprese anche al fine di migliorare la competitività delle imprese per la commercializzazione della produzione tipica locale, contrastare l’abbandono delle zone rurali e favorire la multifunzionalità delle attività agricole. Il progetto in elaborazione intende altresì promuovere e rafforzare le filiere dei prodotti di qualità, valorizzarne e favorirne l’internazionalizzazione, nell’ambito della Sottomisura 16.3, finalizzata a favorire precisamente la “Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonché per lo sviluppo/la commercializzazione dei prodotti tipici locali”.
Si tratta di opportunità per le quali la strategia di sviluppo del Gal diretto dalla dott.ssa Annamaria Privitera (nella foto) mira a potenziare e qualificare le attività di cooperazione nella filiera produttiva ad esempio del cavolo rapa tipico di Acireale, noto come “trunzo di Aci” e del limone dell’Etna, per il quale il territorio risulta vocato ed ha recentemente ottenuto l’IGP. L’indotto in questione ne guadagnerebbe, per citare un aspetto, in condivisione di laboratori artigianali in cui far conoscere tutti i derivati del limone e le sue caratteristiche organolettiche (usi in cucina, essenze, prodotti derivati, gelati, granite, succhi, liquori, usi farmacologici e digestivi ecc.), ma anche in termini di trasformazione e commercializzazione. L’obiettivo del bando è la dunque favorire quella cooperazione tra piccoli operatori che consenta di organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonché lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti tipici. Il settore produttivo locale appare ancora infatti inespresso e lontano dalla propensione a collaborare in rete. Per questo, la cooperazione in un contesto di piccolissime aziende sottocapitalizzate diventerebbe lo strumento per poter realizzare, da una parte, economie di scala, abbassando costi di produzione ed innalzando i margini reddituali e la competitività; dall’altra, per offrire servizi che, da soli, i piccoli imprenditori non sarebbero in grado di assicurare. Al contempo, il progetto intende incentivare la creazione di filiere e il collegamento diretto delle imprese agricole con la trasformazione e con i mercati, con un particolare coinvolgimento di donne e giovani. La proposta passerà prossimamente al vaglio del consiglio di amministrazione del GAL per l’approvazione, quindi verrà inviato al Dipartimento regionale dell’agricoltura per le verifiche e le approvazioni di prassi.