Settore ittico, armatori siciliani chiedono compatti lo stop all’emendamento che prevede l’azzeramento delle quote per la pesca del tonno rosso
“STOP ALL’EMENDAMENTO-BEFFA 19.101 ALL’ART.19 DEL TESTO UNICO ITTICO! UNO SCEMPIO PER TUTTO IL COMPARTO”
ALLARME LANCIATO NELLA NOTA CONGIUNTA DI ASSOCIAZIONE ARMATORI SICILIANI DEL TONNO ROSSO A CIRCUIZIONE, DELL’ASSOCIAZIONE PALANGARI AGRIPESCA MARSALA, E DELL’ASSOCIAZIONE ACI AGRIPESCA TONNIERI PALANGARI SICILIANI, FIRMATA DAI RISPETTIVI PRESIDENTI, PIETRO GANESIO, DIEGO LI CAUSI E DOTT. LUIGI GRASSO
Anomalie, incongruenze e illegittimità nell’emendamento 19.101 all’Art.19 del Testo Unico Ittico, l’emendamento-beffa, che qualora venisse definitivamente approvato, porterà conseguenze socioeconomiche dannose. Gli armatori siciliani invocano, con un accorato appello, le Autorità competenti, sia a livello regionale che nazionale, affinché lo scempio che si potrebbe perpetuare con l’applicazione dell’emendamento beffa non venga mai a verificarsi. L’emendamento non tutela ma rischia di danneggiare il futuro dell’intero comparto. La denuncia delle associazioni ARMATORI SICILIANI DEL TONNO ROSSO A CIRCUIZIONE E ACI AGRIPESCA TONNIERI PALANGARI SICILIANI è contenuta in un documento, presentato nei giorni scorsi all’assessore alla Pesca della Regione Siciliana, Toni Scilla, che ringraziamo per la disponibilità all’ascolto e per l’impegno assunto ad affrontare la questione nelle sedi opportune. “Innanzitutto, la materia del Tonno Rosso, è di competenza sovranazionale, precisamente dell’ICCAT) e dell’Unione Europea che fin dall’anno 1997 vi ha aderito. E’ la stessa Unione Europea che regolamenta e disciplina i principi tra gli Stati membri, mediante le Raccomandazioni, stabilendo periodicamente l’intero sistema delle quote ammissibili di cattura e delle imbarcazioni ad esse autorizzate. Secondo, a supporto di quanto sopradetto, negli anni, anche la giurisprudenza amministrativa, attraverso le varie sentenze del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato, è stata unanime e concorde nel legittimare la normativa italiana vigente in materia di tonno rosso. Ciò a testimonianza, come fino ad oggi l’Italia abbia correttamente normato la pesca del tonno rosso accogliendo ed applicando i principi unionali ed internazionali. Terzo, dal 2008 in avanti, tutti gli attuali operatori del comparto tonniero, (armatori del sistema a circuizione e a palangari), per attenersi alla legislazione nazionale, europea ed internazionale, si sono visti costretti ad accumulare legalmente i contingenti individuali di quote di cattura tonno, senza lesinare alcuno sforzo economico, per poter espletare regolarmente l’attività e rimanere entro i limiti inderogabili fissati, di volta in volta, dall’Amministrazione statale, pena l’esclusione e la fuoriuscita dal settore ittico. Quarto, solo operando in tal modo le politiche di controllo della pesca e quelle di riduzione dello sforzo di pesca, nel campo del Tonno rosso, hanno prodotto risultati più che soddisfacenti. Quinto, gli armatori tonnieri siciliani, pertanto, negli anni, in un contesto di sviluppo della Filiera ittica, hanno realizzato, con grandi sforzi e sacrifici economici, impianti, magazzini, stabilimenti di lavorazione, ecc., affermandosi sui mercati nazionali ed internazionali anche con le loro linee di prodotto di qualità.. Sesto, l’emendamento-beffa, mira solo ed esclusivamente all’abbattimento di un sistema, che per quanto perfettibile, ha ben funzionato, con la relativa distruzione di un intero comparto senza minimamente prevedere a criteri e/o modalità alternative egualmente sostenibili da un punto di vista sociale ed economico. Dare un po’ a tutti significa affrontare il problema solo in maniera populistica e demagogica senza avere una visione alcuna di una certa e futura sostenibilità economica. Settimo, qui si vorrebbe condannare una categoria, che negli anni ha portato sviluppo, ha effettuato investimenti, ha dato lavoro a centinaia di maestranze, ha creato un indotto ragguardevole, ha rispettato la normativa vigente nella massima legalità, ha salvaguardato la specie da un’eventuale estinzione, per dare sfogo a delle semplici rivendicazioni demagogiche, populistiche, antieconomiche ed antistoriche. Si tornerebbe infatti, decenni indietro per annullare, in uno solo colpo, tutti i progressi fin qui ottenuti. Le associazioni annunciano che intraprenderanno ogni utile iniziativa al fine di salvaguardare la storia e lo sviluppo dell’ intero comparto per il prossimo futuro.