Bandiere blu in Sicilia: nessuna new entry
Bandiere blu, fioccano le conferme in Sicilia, ma nessuna “new entry”. Per la prima volta l’Isola ottiene un riconoscimento legato agli approdi turistici, assegnato alla Marina del Nettuno di Messina.
di Raffaele Bella
Il programma internazionale “Bandiera blu” della FEE (Foundation for environmental education) ogni anno certifica le caratteristiche ambientali di spiagge e fondali e il valore dei servizi delle località turistiche tenendo in considerazione determinati criteri con l’obiettivo ultimo di promuovere l’attenzione e la cura per l’ambiente. Per le verifiche sul territorio si avvale della collaborazione del Comando Carabinieri per la tutela dell’ambiente e del supporto del Corpo delle Capitanerie di Porto. Anche per il 2019 il Programma ha riconfermato l’eccellente qualità di numerose spiagge siciliane.
In provincia di Agrigento mantengono il riconoscimento le spiagge di Lido Fiori, Bertolino, Porto Palo e Cipollazzo, tutte situate in territorio del Comune di Menfi. Nel Messinese vengono riconfermate e premiate la spiagge Lampare e Marina di Tusa, il lungomare di Santa Teresa di Riva e, nel complesso, tutte le spiagge delle Isole Eolie con particolare riguardo a quelle di Stromboli, Vulcano e Lipari. Infine, per la provincia di Ragusa vengono riconfermate le tre cale di Ciriga e la spiaggia di Santa Maria del Focallo nel Comune di Ispica, le spiagge Pietre nere e Raganzino a Pozzallo e il litorale di Marina di Ragusa.
La Sicilia, inoltre, ottiene quest’anno la sua prima Bandiera blu agli approdi turistici conferita alla Marina del Nettuno di Messina. Per quanto riguarda le spiagge non si segnalano, purtroppo, “new entry” rispetto l’anno precedente, indice di un necessario maggior impegno delle amministrazioni locali nella risoluzione delle problematiche relative la gestione del territorio per la migliore salvaguardia dell’ambiente. Per presentare la candidatura al programma sono necessarie, infatti, qualità eccellenti delle acque di balneazione e impianti di depurazione che presentino almeno il trattamento secondario.
Non vengono, inoltre, prese in considerazione tutte quelle località che non abbiano almeno l’80% dell’allaccio in fognatura delle acque reflue dell’intero territorio.