Cronaca dalla Settimana della Moda a Milano
di Nunziatina Mascarello – Trovarsi a Milano nei giorni della Settimana della moda, appena conclusa, è un’esperienza davvero unica, sembra quasi di immergersi improvvisamente in un’altra dimensione.
La città, infatti, viene invasa da una grande frenesia.
Ovunque vengono allestiti eventi, le strade vengono animate da performance, e tutti solcano le vie cittadine come se sfilassero in passerella, indossando abiti ricercati e glamour, forse per essere notati e rubare qualche scatto ai fotografi.
Mentre passeggio per Piazza dei Mercati – ornata di stand, maxi schermi, e popolata di fotografi, giornalisti e troupe televisive – mi lascio guidare dal percorso di tappeti neri e fuxia.
Giunco, infine, ai grandi palazzi che ospitano le sfilate, lasciandomi contagiare dall’incantevole frenesia delle modelle che seguo con la mia macchina fotografica mentre corrono da una parte all’altra per andare in scena.
Ed eccomi giunta a Palazzo Clerici, stupendo edifico Barocco che all’interno nasconde una scenografia incantevole: una stupenda sala degli specchi che regala a chiunque l’attraversi il brivido della propria immagine riflessa e moltiplicata tra mille bagliori.
E proprio questa la sala che fa da palcoscenico alla sfilata dello stilista Alberto Zambelli, alla quale ho l’onore di assistere.
La kermesse del Maestro Zambelli, sapientemente orchestrata dalla regia di Angela Marcato, è molto particolare: esce dai canoni classici della passerella; lo stilista ha reinventato lo spazio e le modelle non sfilano velocemente, così come siamo abituati ad osservarle, ma hanno una propria postazione grazie al quale è possibile godere di una visione frontale dell’abito e della modella.
Il Maestro Zambelli propone geometrie ricercate, essenziali e pulite in tutta la linea, gonne, pantaloni e abiti, materiali trasparenti, quasi eterei. Tessuti innovativi e sperimentali. Una raffinatezza ricercata anche grazie all’uso di raffinate paillette che formano una trama di luce.
Cuciture particolari ridefiniscono il decolté e diventano il confine tra i due elementi.
La grande innovazione dello stilista riguarda le calze “gioiello” che, con forme nuove, reinventano e danno una nuova, incantevole forma alla gambe, così impreziosite da perle e strass.
E, mentre mi perdo nell’incanto di quei vestiti, distratta dai giochi di luce prodotti dai materiali che cerco di catturare con i miei scatti, la sfilata è finita.
È ormai tempo di tornare a casa, sebbene io sia ancora felicemente intenta a riflettere riguardo alle perfette geometrie che lo stilista ha saputo regalare agli splendidi tessuti.