I bambini non si toccano, allarme violenza tra le mura scolastiche. Articolo di Filippo Minacapilli
Bambini ridotti a oggetti da seviziare, da violare, da schernire , da tagliuzzare prima nella psiche poi anche nel corpo. Un fenomeno che si affaccia con sempre maggior frequenza nei notiziari di informazione quotidiana. E ogni volta parole di indignazione si depositano sulla bocca dei più, della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica. E sorge rabbia, disgusto, repulsione verso chi si macchia di comportamenti infami ai danni dei minori ancora in tenerissima età.
Suscita incredulità e si grida allo scandalo ancor di più se tutto questo avviene tra le mura scolastiche da comportamenti irresponsabili di educatori o da educatrici, che con il loro comportamento offendono l’istituzione scolastica, e quanti lavorano seriamente, dedicandosi con amore e con spirito di abnegazione ad una delle professioni più difficile com’è appunto quella dell’insegnante. Questi spregevoli individui ne disconoscono le finalità, le regole, gli orientamenti, disattendono altresì le attese legittime della Società, delle famiglie, violano i patti sia espliciti sia impliciti che sottendono ad una tra le più nobili professioni
In una società evoluta, quale la nostra, dove pure si diffondono processi di forte sensibilizzazione a favore degli animali, suscita enorme scalpore la disumanità di individui che per definizione dovrebbero costituire i modelli di riferimento in termini di sostegno, di aiuto, di relazione,di protezione, di educazione a questi le famiglie affidano i figli nella certezza che ogni loro azione sia finalizzata alla crescita e alla formazione dei piccoli, nel rispetto assoluto di questi.
Si pone allora con forza l’esigenza di rivedere gli strumenti di reclutamento dei docenti, con particolare riguardo di chi dovrà operare nella Scuola per l’Infanzia e nella Scuola Primaria oltre che negli Asili Nido. Non basta valutare il grado di preparazione, il livello di competenze didattiche. Ciò va bene quale prima selezione. E’ necessario far seguire, prima dell’assunzione in servizio, un periodo di ossservazione valutativa dei tratti psicologici, delle capacità di interazione positiva, del modo di relazionarsi, degli strumenti di cui sono capaci, gli aspiranti educatori-insegnanti-docenti, nel gestire le situazioni complesse.
Certo non è facile mettere a punto strumenti idonei a tale scopo ma occorre pur “misurare” il loro quoziente emotivo-affettivo e, se il caso, anche alla luce del loro vissuto personale. L’educatore è un professionista “trasparente”. Pur quando opera nel chiuso dell’aula, i suoi comportamenti sono e devono essere comportamenti pubblici. A nessuno è consentito provare l’efficacia di metodi, spesso discutibili, sulla pelle degli alunni, dei ragazzini. I danni generati da esseri mostruosi camuffati da insegnanti probabilmente non sono del tutto visibili nell’immediatezza, sicuramente creano solchi indelebili nella psiche dei bambini maltrattati che condizioneranno irreversibilmente la loro vita di relazione e professionale una volta divenuti adulti.