Genitori in difficoltà e bambini vittime incolpevoli
Una strage senza confini quella dei bambini vittime di genitori soggetti a difficoltà economiche, a stati di depressione, a stress.Ancora bambini contesi, usati come merce di scambio, come arma per far male all’altro, al coniuge che ha deciso di separarsi, di divorziare. Bambini che vengono soppressi perché il genitore non sostiene più il peso di un mondo visto come ostile, come nemico, come peso, come luogo di sofferenza e di ingiustizia.
Varie le motivazioni e non sempre decifrabili che inducono l’adulto a usare il minore come vittima sacrificale. Si sopprime il figlio per “salvarlo”, si usa il figlio per denigrare il partner “cattivo”, si sottrae il figlio all’ ex per ferirlo, per strappargli l’affetto più caro, per un atto di vendetta.
In tutto questo chi paga è il bambino, il figlio nato dall’ amore, prima che questo si trasformasse in odio.
Il bambino soppresso , allontanato , rifiutato perché non risponde oramai ai disegni degli adulti, ai loro interessi, alla loro visione della vita. Adulti malati, genitori in difficoltà, incapaci di mantenere o di costruire una relazione affettiva fondata sull’ ascolto, sulla disponibilità, sul rispetto. Spesso si tratta di genitori “normali” che non riescono ad affrontare i momenti di crisi generati non da fattori interni alla famiglia, ma provenienti da cause esterne. Genitori isolati, chiusi nella quotidianità sempre più opprimente e sempre più portatrice di problemi difficili da governare.
Un isolamento affettivo, relazionale, sociale che si arricchisce dell’ indifferenza degli altri, del
l’ assenza di aiuto , dalla freddezza dei parenti, dei vicini , degli amici. E cosi’ la famiglia diviene il luogo chiuso dove ogni dramma si evolve nell’apatia generale, nell’indifferenza, che spesse volte oggi fa scaturire la violenza nel contesto sociale. La madre ansiosa, il padre senza lavoro, i coniugi in conflitto, privi di fatto di ogni ancora di salvezza, senza un minimo sostegno da parte dalle istituzioni, e senza speranza di poter trovare una via d’uscita allo stato di crisi, mossi da dinamiche che non è facile cogliere e interpretare assumono decisioni estreme. Sopprimere il figlio per poi togliersi la vita, uccidere l’ex assieme ai figli per cancellarli dalla propria vita, servirsi dei figli per capriccio o per ripicca.
Bambini incolpevoli che pagano per l’incapacità degli adulti ad essere tali. Bambini vittime della sofferenza degli adulti lasciati soli. Bambini “negati” in una società che non trova il tempo di dedicare loro il tempo dovuto.
E’ necessario e urgente che si rivedano le politiche per la famiglia, che vengano attivate in maniera efficace senza farne un problema di costi o di merce di scambio elettorale. Occorre una convergenza di interventi integrati che veda partecipi i diversi soggetti sociali, enti locali, scuola, servizi sociali, strutture socio-sanitarie, consultori territoriali, la stessa organizzazione del lavoro per dar modo alla famiglia d’uscire fuori dagli stati di disagio, anzi per far si che la famiglia non entri mai in uno stato di disagio. Soprattutto per tutelare la vita del minore, di cui molto si discute e col quale poco si parla!
Filippo Minacapilli