Rischio prelievo “forzoso”
Il periodo è quello adatto, quello cioè del contagio influenzale, e siccome di influenza si tratta (parlando del prelievo forzoso nell’isoletta mediterranea Cipriota), il rischio che si debba subire tale contagio è, verosimilmente, molto elevato anche in Italia.
Proviamo a spiegare di che tipo d’ influenza stiamo parlando: l’isola di Cipro, perla del Mediterraneo, non solo per le attrattive turistiche, ma anche per la considerazione di “paradiso fiscale” di cui gode, sta attraversando una congiuntura economica altamente pericolosa, il tessuto imprenditoriale non riesce a far fronte al pagamento dei propri debiti nei confronti delle banche con pesanti ricadute sull’occupazione e sulla circolazione di liquidità, a ciò si aggiunge una forte speculazione finanziaria, di cui conosciamo già la regia, che nel complesso non hanno fatto altro che condurre la splendida isoletta sull’orlo della bancarotta.
Da qui è scattato il “perverso meccanismo” degli ipotetici “aiuti europei” che affermando, pretestuosamente, di voler risollevare l’economia cipriota, nasconde, invece, mire speculative di rara maestria: ufficialmente il “Board europeo” concederebbe un contributo economico di 10 miliardi di euro a Cipro in cambio di un “prelievo forzoso” sui depositi bancari, aventi sede nell’isola, pari al 6,75% per i depositi fino a 100.000,00 euro e al 9% per quelli di importo superiore.
Si può facilmente immaginare la scia polemica seguita a questo annuncio ufficiale; innanzitutto dalla stessa popolazione cipriota che considera, come in effetti lo è, una confisca illegittima, tale operazione, e poi da quegli investitori stranieri, soprattutto russi, che vedrebbero minacciata la loro redditizia “vena risparmiatrice”, in quello che da sempre hanno ritenuto un fortino inespugnabile.
E ultimo effetto, ma primo in ordine d’importanza, per quello che ci riguarda, il rischio di estendere tale operazione “creata ad arte” anche all’Italia, che frutterebbe un ammontare totale di prelievi pari a circa 58 miliardi, a parità di parametri ciprioti.
E allora ben venga “paradossalmente” il veto delle Borse europee, che in questa prima fase hanno bocciato l’applicazione di questi aiuti, costringendo la BCE (Banca Centrale Europea) a ridefinire in difetto le percentuali di prelievo.
Che il “Buon Dio della finanza” ce la mandi buona!
Nando Torrisi.