Politica: L’intollerabile “miopia”
Quando i principi etici che stanno alla base della vita democratica vengono intenzionalmente disattesi, in un Paese come l’Italia dove l’Etica ha perso la cittadinanza nel vocabolario politico, tutto può accadere.
Può accadere, che tutti i leader politici siano affetti da “miopia” mentale. Incapaci di sapere interpretare non solo le emergenze a cui bisogna dare risposte adeguate ma anche, e non solo, le aspettative e i bisogni che gli elettori hanno espresso attraverso il voto.
Un voto “intelligente”, quasi come programmato a tavolino col bilancino da un’unica mente capace di cogliere le attese, le intenzioni, i disagi dei singoli e dell’intera Comunità e di tradurli poi in scelte elettorali ben calibrate. Come quando si attribuiscono i voti nelle valutazioni a seguito di un percorso di studio.
Il PDL non ha vinto per avere gestito male le risorse e le opportunità che gli erano state offerte in precedenza nel percorso governativo che ha preceduto l’anomalo governo tecnico, frutto dell’auto delegittimazione di tutti gli apparati di partito.
Il PD promosso con “debito”, non ha offerto, in campagna elettorale, le risposte dovute nella qualità di partito attento ai lavoratori, tra le tante quella di alleggerimento fiscale a favore delle classi medio – basse e non ha saputo, o voluto, indicare proposte di azzeramento del finanziamento pubblico ai partiti e di drastica riduzione dei costi della politica. Non basta dire -appare strumentale-che il mancato finanziamento pubblico permetterebbe solo agli “ottimati” e ai “miliardari” di fare politica. La gente percepisce, invece, che la politica è divenuta il luogo per diventare ottimati e miliardari da parte di soggetti assai modesti che “salgono o scendono in politica” pur privi della minima cognizione di cosa voglia dire Stato, Società civile, Responsabilità politica.
Il consenso emergente al M5S può rappresentare, da un lato, il segnale d’allarme per dire “questa è l’ultima forma di esprimere il dissenso democraticamente” dall’altro, un monito ai partiti affinché operino nel rispetto del Cittadino e per ristabilire quei principi di etica politica senza dei quali la prossima tappa sarà il baratro per gli stessi partiti responsabili di insipienza e di attaccamento ai privilegi assurdi e scandalosi.
Eppure, di fronte a tale scenario, i diversi leader continuano ad essere fortemente miopi; prigionieri di personalismi e di scaramucce ideologiche oramai fuori dal tempo, trascurano l’ineludibile priorità di formare un governo che dia soluzioni immediate alla crisi che, di fatto, tocca da vicino i giovani, i disoccupati, le famiglie, le imprese. Un governo responsabile che ridia dignità alla Scuola Pubblica, alla Sanità, allo Stato Sociale, tre dei pilastri che connotano un Paese che meriti d’essere definito civile e democratico.
Non è tollerabile assistere a chiusure preconcette solo perché ciascuno guarda ai propri interessi di bottega, o alle dichiarazioni insensate di “ritornare subito alle urne” nella presunzione di fare il colpo grosso. L’impegno politico implica un dovere fondamentale, quello di agire in funzione della governabilità e non dello sfascio per trarne vantaggio. Altrimenti non sapremo cosa potrà escogitare “quell’unica mente” che ha calibrato i consensi elettorali come se fossero stati “programmati a tavolino”!
Filippo Minacapilli