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Gli argenti di Morgantina

Gli argenti, noti come il “Tesoro di Morgantina”, si pongono come tra i più pregiati esemplari, tra quelli di cui se ne ha conoscenza, di oreficeria provenienti dai siti archeologi ellenistici della Sicilia. Trafugati all’inizio degli anni Ottanta da spregiudicati tombaroli dalla magnifica città siculo-ellenistica in Aidone furono venduti ad un un noto trafficante di manufatti antichi, il quale li cedette al Metropolitan Museum. Ritrovati dopo alcuni anni, grazie al lavoro di ricerca dell’archeologo prof. Malcom Bell III, si è dato l’avvio ad una lunga azione diplomatico-politica e legale per ottenere la restituzione dei preziosi manufatti.
Solo nel 2006, dopo svariati tentativi diplomatici, si è raggiunto un accordo tra il direttore del Metropolitan e lo Stato Italiano per la restituzione dell’invidiabile tesoro, ma attenzione alla singolarità della richiesta: una clausola alquanto singolare richiede in prestito gli stessi argenti al Metropolitan ogni quattro anni! Tutto questo è assurdo perché sulla scorta di tale accordo, il tesoro dovrà essere “prestato” per quattro anni al Metropolitan e quindi rimpatriato; dopo i successivi quattro anni, il ciclo prestito/rimpatrio riprenderà e continuerà per i prossimi quarant’anni.
A prescindere dai danni che i continui trasferimenti possono produrre ai delicati argenti, appare intollerabile il “dover rispettare” una clausola che priverebbe il magnifico Museo di Aidone di reperti di straordinaria bellezza che costituiscono insieme alla Venere di Morgantina motivo di attrazione per turisti, studiosi ricercatori.
La notevole opera di sistemazione e di organizzazione del Museo Archeologico di Aidone messa in atto dal direttore del Parco Archeologico arch. Enrico Caruso, trova apprezzamenti unanimi tra i più svariati settori della cultura, dagli operatori turistici e dalla Comunità aidonese che ne reclama l’appartenenza.
Privare il Museo di tali “perle” significherebbe impoverire per lunghi periodi il patrimonio attrattivo su cui punta la Comunità per elevarsi turisticamente ed economicamente. In ogni caso un “patto scellerato” tra chi si è appropriato illegittimamente degli argenti ed il ministro dell’epoca che lo sottoscrisse con somma leggerezza, probabilmente reputando fosse l’unico modo per riavere il “tesoro” va rivisto e annullato.
La Comunità aidonese è già in fermento per risolvere questo insidioso problema. L’Archeoclub si muove già da mesi e ha promosso una petizione pubblica indirizzata sia al Ministero che all’Assessorato per i Beni Culturali per impedire che gli argenti prendano nuovamente “il volo” verso New York.
Sarebbe opportuno che la Politica agisse al più presto, per impedire il perpetrarsi di un’azione che ha tutti i caratteri dell’ illegalità. Il neo-eletto Presidente della Regione Siciliana, On Crocetta, speriamo prenda a cuore questa ingiustizia e possa intraprendere iniziative vincenti per riportare nella città di Aidone i propri tesori, affinché la città possa godere di privilegiarsi di queste opere d’arte che le appartengono.

Filippo Minacapilli

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